GIOVEDi' 11 febbraio 2016
Borsa, un'altra giornata nera. Milano perde il 5,63%. L'Europa brucia 242 miliardi.

Dopo l'illusorio rimbalzo del 10 febbraio, hanno mandato in fumo oltre 242 miliardi di euro.
Piazza Affari ha chiuso la seduta facendo registrare una massiccia perdita del 5,63% a 15.773 punti. Milano, che ha bruciato 23,4 miliardi, è stata la peggiore, preceduta di poco da Madrid (-4,88%) e Parigi (-4,05%). Più caute Francoforte (-2,93%), Londra (-2,39%) e soprattutto Atene (-1,89%).
Non si è arrestata la corrente di vendite sul credito, con Ubi che è finita in asta per eccesso di ribasso assieme a Banco Popolare, Intesa, Bper, Unicredit. Deutsche Bank, alle prese con una crisi senza precedenti, è crollata a -7,3%.

SPREAD A QUOTA 160 PUNTI. Sui mercati pesano sempre il petrolio e l'incertezza dell'economia globale. Non si arresta nemmeno la corsa al rialzo dello spread. Il differenziale di rendimento tra il Btp e il Bund tedesco è salito a 160 punti base, col tasso in crescita all'1,74%.

MILANO SPROFONDA IN CHIUSURA, -5,63%. Piazza Affari sprofonda in chiusura di una seduta di forte tensione per tutte le Borse europee. L'indice Ftse Mib segna un calo del 5,63% a 15.773 punti. Tra i titoli più colpiti Ubi Banca (-12,11%), Mps (-9,88%) e Saipem (-12,02%) nell'ultimo giorno per sottoscrivere l'aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro.

MERCOLEDI' 10 febbraio 2016
Borsa, Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la seduta con gli indici in forte rialzo, dopo i pesanti ribassi subiti nelle scorse giornate.

È arrivato il rimbalzo dei bancari, dove spiccano le performance registrate da Unicredit e da BPM. Milano mette a segno la performance migliore con una crescita del 5% del FTSE MIB. Gli indici europei ignorano il pesante tonfo alla Borsa di Tokyo, mentre Wall Street chiude contrastata: il Dow Jones perde lo 0,62% a 15.914,53 punti, il Nasdaq sale dello 0,35% a 4.283,59 punti mentre lo S&P 500 è invariato a 1.851,7 punti

 

Martedì 9 febbraio 2016
Borsa, altra giornata in forte ribasso. Madrid e Milano le peggiori. Wall Street in lieve calo

La tempesta finanziaria che ha colpito i mercati nel 2016 dura da oltre 40 giorni. Con l'ennesimo violento ribasso da inizio anno, è arrivata a perdere il 25,7%.

Il saldo è ancora pesantemente negativo per la Borsa di Milano che perde il 2,65% e per quella di Madrid (-2,87%) in una giornata estremamente volatile in cui gli indici hanno più volte oscillato sopra e sotto la parità In calo, seppur con perdite più contenute, le altre Borse europee e quella americana che chiude appena sotto la parità.

Sul mercato dei titoli di Stato la fuga dal rischio spinge al ribasso i tassi dei Bund tedeschi. È soprattutto il movimento del Bund a spiegare la recente impennata del differenziale di rendimento tra Italia e Germania , che oggi è salito sopra quota 150 per poi tornare a 145.

Lo spread con il rendimento del BTP decennale che si posiziona all'1,69%.

Tra i più negativi della lista di Piazza Affari, troviamo i comparti Automotive, Bancario e Finanziario.

I titoli degli istituti di credito (qui il grafico dell'indice Ftse Italia Banche) soffrono l'incertezza dei mercati con gli investitori che fanno i conti con l'entrata in vigore di una normativa sui salvataggi bancari che espone i titolari di azioni e obbligazioni subordinate a farsi carico di un eventuale salvataggio. Non sono peraltro solo le banche italiane (Banco Popolare e Ubi Banca su tutti) a soffrire in Borsa come dimostra il recente crollo delle tedesche Deutsche Bank e Commerzbank alle prese con gravi problemi di bilancio. Ma anche il comparto auto con il titolo Ferrari che guida i ribassi sul listino Ftse Mib.

La svolta della Fed peraltro mette seriamente a rischio l'azione di contrasto alla deflazione che sta mettendo in atto la Bce. L'indice che misura le attese d'inflazione a cinque anni per l'Eurozona, il tasso swap forward, continua a scendere, segnando oggi il minimo di sempre a 1,4740.

LUNEDi' 8 febbraio 2016
Borse: Lunedì nero, Ue brucia 310 mld. Torna la paura dello spread

È un nuovo lunedì nero sui mercati finanziari del Vecchio Continente.
In una sola seduta sono stati bruciati altri 310 miliardi di euro di capitalizzazione e l'Italia ha scontato le conseguenze più pesanti.
MILANO PERDE IL 4,69%

Diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore:

    • il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell'ambito dell'aumento di capitale,
    • Mps ha chiuso in calo dell'11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico.
    • Bper ha accusato un ribasso dell'11,9%,
    • Ubi e Poste italiane hanno ceduto entrambe il 10,4%,
    • Carige calo del 10,1%
    • Intesa si con l'indice generale (-4%).
    • Fca, in ribasso finale del 9,8%.

Giornata nera anche per la Borsa di Francoforte che ha concluso le contrattazioni con l'indice Dax in calo del 3,3% a 8.979 punti. Malissimo Deutsche bank e Commerzbank, in ribasso finale di oltre il 9%.

Ma è stata una prima giornata di settimana pessima per tutte le Borse europee: l'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 3,5% finale, un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Il calo delle Borse mondiali sulla scia del petrolio ha riportato Piazza Affari ai livelli dell'estate 2014 con l'indice All share che raggruppa i titoli principali del mercato azionario milanese in calo da inizio anno del 22,8%, che equivale a 129 miliardi di euro di capitalizzazione 'bruciata' tra gennaio e questi primi giorni di febbraio.

Wall Street procede intanto negativa, con lo S&P 500 che scende ai minimi dall'aprile 2014. Il Dow Jones perde il 2,01% a 15.879,30 punti, il Nasdaq cede il 2,48% a 4.255,07 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,05% a 1.841,14 punti.

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude ai massimi da luglio 2015, salendo a 146 punti base. Il tasso sul decennale del Tesoro è in rialzo all'1,67%.

Cresce anche lo spread della Spagna, col divario Bonos-Bund a 153 punti base e col tasso sul titolo iberico a 10 anni all'1,74%.

 

 

 

 

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