MANOVRA FINANZIARIA 2018

 

 

 

LEGGE DI BILANCIO 2018


È in vigore dal 1° gennaio la Legge di Bilancio 2018, Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 (L. 27 dicembre 2017, n. 205 pubblicata nella G.U. n.302 del 29/12/2017).

Il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2017,

15 dicembre 2017 :

Per cinque paesi (Belgio, Italia, Austria, Portogallo e Slovenia), i documenti programmatici di bilancio presentano un rischio di non conformità con i requisiti del patto di stabilità e crescita per il 2018. I documenti programmatici di bilancio di questi Stati membri potrebbero determinare una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento verso il rispettivo obiettivo a medio termine. Per il Belgio e l'Italia si prevede anche la non conformità con il parametro di riferimento per la riduzione del debito.

L'Italia e il Portogallo rimangono gli Stati membri con il più alto livello di debito pubblico, superiore al 120% del PIL, mentre Belgio, Cipro, Francia e Spagna sono attorno al 100% del PIL. Dieci Stati membri della zona euro che hanno presentato documenti programmatici di bilancio sono attualmente soggetti al parametro di riferimento per la riduzione del debito. A prima vista, secondo le previsioni della Commissione, il Belgio e l'Italia non dovrebbero riuscire a soddisfare tale parametro nel 2018. Ciò vale anche per la Francia, che, in caso di una correzione tempestiva e sostenibile del disavanzo eccessivo, dal 2018 verrebbe sottoposta alla regola transitoria del debito.

Sulla base di un'analisi della sostenibilità del debito, nonché del calcolo dell'indicatore S1, Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Finlandia risultano esposti a rischi elevati a medio termine, mentre per Cipro, Lituania, Austria e Slovenia, i rischi a medio termine sono considerati moderati

Il 27 ottobre 2017 la Commissione ha inviato una lettera a Belgio, Francia, Italia e Portogallo per chiedere ulteriori informazioni, sollevando una serie di osservazioni preliminari sul rispettivo documento programmatico di bilancio. Gli Stati membri interessati hanno risposto alla fine di ottobre. La Commissione ha tenuto conto delle informazioni fornite nella valutazione degli sviluppi di bilancio e dei relativi rischi. Nel caso dell'Italia, desta preoccupazione il rapporto debito pubblico/PIL che si attesta al di sopra del 130% del PIL. Il miglioramento delle condizioni macroeconomiche e finanziarie apre una finestra di opportunità per accelerare la riduzione del debito pubblico. Tuttavia, servono ulteriori informazioni sulla strategia globale del governo e sulle misure concrete in programma per portare con fermezza il rapporto debito/PIL su un percorso di riduzione che garantisca la conformità con il criterio del debito. Poiché nel 2017 le prospettive di bilancio continuano ad essere caratterizzate da una notevole incertezza, la Commissione intende rivalutare il rispettodel criterio del debito da parte dell'Italia nella primavera del 2018, in base ai dati sui risultati per il 2017 e al bilancio definitivo che il Parlamento dovrà adottare nel dicembre 2017.

La valutazione del documento programmatico di bilancio come "a rischio di non conformita"̀: secondo le previsioni della Commissione per il 2018, non dovrebbe consentire di rispettare le norme del patto di stabilità e crescita;

Per gli Stati membri soggetti alla procedura per i disavanzi eccessivi: stando alle previsioni della Commissione per il 2018 non saranno realizzati né lo sforzo di bilancio raccomandato, né l'obiettivo intermedio relativo al disavanzo nominale, né il disavanzo eccessivo sarà corretto in modo tempestivo;

Per gli Stati membri sottoposti al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita: le previsioni della Commissione per il 2018 prospettano una deviazione significativa dall'obiettivo a medio termine o dal relativo percorso di aggiustamento e/o l'inosservanza del parametro per la riduzione del debito, ove pertinente.

 

16 ottobre 2017:

Il 16 ottobre 2017 il Governo ha inviato il Documento programmatico di bilancio per il 2018 (di seguito anche: DPB) alla Commissione europea, all'Eurogruppo e al Parlamento italiano, per effetto della modifica alla Legge di contabilità e finanza pubblica (nuovo comma 1-bis, dell'art. 9) apportata dalla legge 4 agosto 2016, n.163. Il DPB è trasmesso, entro il 15 ottobre, anche alle Camere.

Il DPB e il ciclo di monitoraggio europeo a esso associato sono disciplinati dal Regolamento UE n. 473/2013 (in particolare Capo IV). La Commissione formula un parere entro il 30 novembre su tale documento. Il parere viene a collocarsi a completamento del semestre europeo precedente e prima dell'inizio del successivo.

La valutazione della Commissione - inserendosi nel mezzo della sessione di bilancio e attestando se il progetto di bilancio nazionale è in linea con le regole del Patto di stabi- lità e crescita e con le "raccomandazioni" - costituisce un parametro importante nel cali- brare le scelte di bilancio di ciascun paese. Se il documento è in violazione delle norme citate, la Commissione può chiedere, in maniera pubblica e motivata, l'invio di un pro- getto riveduto di DPB entro 3 settimane dalla data del suo parere.

il Governo rivede al rialzo le previsioni di crescita del PIL reale formulate, con riferimento al quadro programmatico, nel pro- gramma di stabilità di aprile (leggasi prima sezio- ne del DEF 2017) portandole all'1,5% in ciascuno degli anni del triennio 2017-2019 e all'1,3% nel 2020, confermando quanto già prospettato nella Nota di aggiornamento di settembre, cfr. Tabella 1.

Tali migliori prospettive sono il riflesso da un lato del miglioramento dell’economia, del risana- mento del settore bancario e delle esogene inter- nazionali e dall'altro di un percorso di consolida- mento fiscale più graduale.

Di contro la crescita del PIL nominale per il 2017 è stimata al 2,1% rispetto alla proiezione del 2,3% del programma di stabilità 2017.

L'obiettivo di indebitamento netto program- matico 2018 viene dunque innalzato all'1,6% (-1,2% nel DEF), valore autorizzato dal Parlamento lo scorso 4 ottobre in risposta alla richiesta del Go- verno di autorizzare un aumento del disavanzo no- minale e strutturale, pur in un quadro in notevole miglioramento, ma ancora lontano dalla piena oc- cupazione e ancora vulnerabile a politiche di bilan- cio di intonazione restrittiva.

Il saldo strutturale 2018 (-1,0%), ancorché su livelli più alti di quanto prospettato nel DEF (0,7%) mostra un miglioramento di 0,3 punti percentuali di PIL (di seguito anche: p.p. PIL) rispetto al dato 2017 (-1,3%).

In termini di percorso di avvicinamento all'OMT si tratterebbe di un miglioramento infe- riore all’aggiustamento strutturale di bilancio di 0,8 p.p. di PIL prospettato nel DEF di aprile.

scad 27 settembre 2017: NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF

Il Consiglio dei Ministri n. 45 del 23 settembre 21017 su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) 2017, cui è allegata anche la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell’articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012. La Nota, propedeutica alla legge di bilancio che dovrà essere presentata al Parlamento entro il 20 ottobre.   IL Governo propone una strategia di interventi volti a mitigare in maniera significativa il carattere restrittivo della politica di bilancio incorporata nei quadri tendenziali.

»»  Rivede la stima del Pil per l’anno 2017 dall’1,1 (di aprile) all’1,5 per cento. Per il 2018 la crescita del PIL è stimata allo stesso livello, contro l’1% indicato nel DEF.
»»  Il rapporto tra disavanzo e PIL è previsto attestarsi al 2,1% nel 2017, per scendere nel 2018 fino all’1,6%.Il percorso di riduzione del disavanzo proseguirà ad un ritmo sostenuto negli anni successivi consentendo di raggiungere il sostanziale pareggio di bilancio nel 2020.
»» L’indebitamento netto proseguirà il trend di miglioramento
»»   Il rapporto tra debito pubblico e PIL, per il quale si è registrata, per la prima volta, una riduzione nel 2015 dopo sette anni di crescita ininterrotta, riprenderà a scendere nel 2017 per proseguire costantemente in questa direzione negli anni successivi
»»  l’aggiustamento strutturale di bilancio tra il 2017 e il 2018 viene previsto di 0,3 punti percentuali, invece che di 0,8 punti come era stato indicato nel DEF.

Se la messa a punto del quadro macro per il 2017 appare condivisibile e senza aspetti di particolare criticità, a maggiori elementi di incertezza è esposto lo scenario presentato per il triennio 2018-20. Per tale arco temporale la Nota prevede nel quadro tendenziale una decelerazione di 3 decimi di punto nel 2018 e 2019 (dall’1,5 all’1,2 per cento) e nel quadro programmatico, grazie agli stimoli di una politica di bilancio meno restrittiva rispetto a quella a legislazione vigente, una crescita stabile e duratura dell’1,5 per cento

TAVOLA I.4: INDICATORI DI FINANZA PUBBLICA (in percentuale del PIL)
2015 2016 2017 2018 2019 2020
QUADRO PROGRAMMATICO
Indebitamento netto -2,6 -2,5 -2,1 -1,6 -0,9 -0,2
Saldo primario 1,5 1,5 1,7 2,0 2,6 3,3
Interessi 4,1 4,0 3,8 3,6 3,5 3,5
Indebitamento netto strutturale -0,1 -0,9 -1,3 -1,0 -0,6 -0,2
Variazione strutturale 0,3 -0,8 -0,4 0,3 0,4 0,4
Debito pubblico (lordo sostegni) 131,5 132,0 131,6 130,0 127,1 123,9
Debito pubblico (netto sostegni) 128,0 128,5 128,2 126,7 123,9 120,8
Obiettivo per la regola del debito 122,8
Proventi da privatizzazioni 0,4 0,1 0,2 0,3 0,3 0,3
QUADRO TENDENZIALE
Indebitamento netto -2,6 -2,5 -2,1 -1,0 -0,3 -0,1
Saldo primario 1,5 1,5 1,7 2,6 3,3 3,5
Interessi 4,1 4,0 3,8 3,6 3,5 3,6
Indebitamento netto strutturale -0,2 -1,0 -1,4 -0,3 0,2 0,0
Variazione strutturale 0,2 -0,8 -0,4 1,1 0,5 -0,1
Debito pubblico (lordo sostegni) 131,5 132,0 131,6 129,9 127,1 124,3
Debito pubblico (netto sostegni) 128,0 128,5 128,2 126,6 123,9 121,2

 

aprile 2017:

Il 27 aprile 2017 l'Italia ha presentato il programma nazionale di riforma il programma di stabilità aggiornato. I due programmi sono stati valutati dalla Commissione UE contemporaneamente, onde tener conto delle relative correlazioni. Il programma nazionale di riforma dell'Italia contiene impegni espliciti sia per il breve che per il medio termine.

A breve termine, sono infatti previste sia l'adozione definitiva delle leggi in attesa di adozione in materia di concorrenza e di riforma del processo penale e della prescrizione che l'attuazione della legge contro la povertà, nonché i provvedimenti relativi alla contrattazione di secondo livello, al trasferimento del carico fiscale e alle privatizzazioni.

A medio termine, sono previste misure sulle finanze pubbliche, la tassazione, il mercato del lavoro, il sistema bancario e creditizio, la concorrenza, la pubblica amministrazione e la giustizia e gli in- vestimenti.

Il Documento ha affrontato anche le sfide rile- vate nella relazione per paese del 2017 e nella rac- comandazione sulla zona euro, tra cui, l'esigenza di adoperarsi per il rilancio degli investimenti e di pervenire al consolidamento della sostenibilità del- le finanze pubbliche. Entrambe le azioni, se pienamente attuate entro i tempi indicati, contribuiscono a superare gli "squilibri" macroeconomici dell'Italia e a dare seguito alle raccomandazioni specifiche per paese.

Sulla base della valutazione degli impegni assunti dall'Italia, la Commissione ha confermato la sua precedente valutazione, ossia che in questa fase non sono necessari altri interventi nel quadro della procedura per gli squilibri macroeconomici eccessivi.

Sul piano della governance della finanza pub- blica, la struttura a supporto della Commissione UE ha sottolineato che nel programma di stabilità 2017 il governo italiano ha già programmato un miglioramento del disavanzo nominale che, dal 2,4% del PIL registrato nel 2016, dovrebbe passare al 2,1% nel 2017 e all'1,2% nel 2018, per poi raggiungere poi un sostanziale pareggio di bilancio nel 2019. Secondo il programma presentato dall'Italia, l'obiettivo di bilancio a medio termine (MTO), ossia il pareggio di bilancio in termini "strutturali", do- vrebbe essere raggiunto entro il 2019 e mantenuto nel 2020, mentre il saldo strutturale ricalcolato indica un leggero disavanzo strutturale (0,3% del PIL) in entrambi gli anni.

In termini analoghi, sempre secondo il programma di stabilità, dopo l'ulteriore aumento registrato nel 2016 (al 132,6% del PIL dal 132,1% nel 2015) anche il rapporto debito pubblico/PIL do- vrebbe sostanzialmente stabilizzarsi nel 2017 e di- minuire dal 2018, per attestarsi al 125,7% nel 2020.

La commissione UE ha rilevato che dalle incertezze sulla composizione e sull'attuazione della strategia di bilancio a medio termine, prevista dal programma di stabilità, potrebbero conseguire rischi di revisione al ribasso sia per le proiezioni di crescita che il conseguimento degli obiettivi di bi- lancio.

Nelle previsioni di primavera 2017 elaborate dalla Commissione UE, pur prevedendosi per l'Italia,un disavanzo notevolmente più elevato, si indicano per il 2018 gli stessi tassi di crescita del PIL previsti nel programma di stabilità 2017.

Infatti, le previsioni della Commissione non includono l'aumento dell'IVA (0,9% del PIL) deciso come "clausola di salvaguardia" del conseguimento degli obiettivi di bilancio per il 2018, anche perché il programma di stabilità 2017 conferma l'intenzione di non farvi ricorso senza fornire dettagli su misure compensative alternative. Inoltre, il programma di stabilità 2017 indica l'intenzione di trovare ulteriori margini di riduzione del carico fiscale.

Nel testo approvato dalla Commissione UE il 22 maggio 2017 vengono indirizzate all'Italia quattro raccomandazioni riguardanti: gli aggiustamenti di bilancio e la fiscalità (I), la giustizia civile (II), i crediti deteriorati e il settore bancario (III), il mercato del lavoro e la spesa sociale (IV).

I. Aggiustamenti di bilancio e fiscalità

In primo luogo, la Commissione UE raccoman- da il perseguimento di una politica di bilancio in linea con i requisiti del bilancio preventivo del pia- no di stabilità e crescita, che dovrà tradursi in un consistente sforzo di bilancio anche per il 2018. In particolare, afferma che le misure adottate dovreb- bero mirare a conseguire una posizione di bilancio che contribuisca, sia a rafforzare la ripresa in corso che ad assicurare la sostenibilità delle finanze pub- bliche dell'Italia.

Sul piano della riforma del prelievo fiscale, il governo italiano dovrebbe adottare ogni utile ini- ziativa volta a trasferire il carico fiscale gravante sui fattori produttivi, verso imposte meno penaliz- zanti per la crescita, con esiti che si palesino neutri per il bilancio, mediante un'azione decisa per ridur- re il numero e l'entità delle agevolazioni fiscali (tax expeditures), con la riforma dell'obsoleto sistema catastale e con la reintroduzione dell'imposta sulla prima casa a carico delle famiglie con reddito ele- vato. In aggiunta, viene raccomandato l'amplia- mento dell'uso obbligatorio dei sistemi elettronici di fatturazione e pagamento.

II. Contrasto alla corruzione e giustizia civile.

Il governo italiano dovrebbe proseguire nell'a- dozione di misure volte alla riduzione della durata del processo civile mediante una gestione efficiente dei procedimenti e norme per assicurare la maggio- re celerità della disciplina processuale. Nel con- tempo, andrebbe potenziata la lotta contro la corru- zione, in particolare riformando l'istituto della pre-

scrizione. Ulteriori obiettivi sono individuati poi nel completamento della riforma del pubblico im- piego e ne miglioramento dell'efficienza delle im- prese pubbliche nonché nell'adozione (e la sua ra- pida attuazione) della legge sulla concorrenza ri- masta in sospeso, procedendo alla adozione di ini- ziative tese alla rimozione delle rimanenti restri- zioni alla concorrenza.

III. I crediti deteriorati e il settore bancario.

In seguito al rapido aumento registrato durante la crisi, lo stock lordo di crediti deteriorati del set- tore si è stabilizzato solo di recente a circa 329 mi- liardi di euro (il 16,5% dei prestiti verso la cliente- la). La necessità di accantonare ulteriori riserve per perdite su crediti, i margini bassi sui tassi di inte- resse e i costi operativi relativamente elevati hanno messo a dura prova la redditività delle banche e la loro capacità di reperire nuovi capitali. Pertanto, il governo italiano dovrebbe assumere ogni iniziativa volta ad accelerare la riduzione dello stock dei cre- diti deteriorati e rafforzare gli incentivi alla ristrut- turazione e al risanamento dei bilanci, in particola- re nel segmento delle banche. soggette alla vigilan- za nazionale, congiunto alla la revisione comples- siva del quadro normativo in materia di insolvenza e di escussione delle garanzie.

IV. Mercato del lavoro e spesa sociale

L’attuazione della riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, compreso il rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego, è ancora nelle prime fasi. La contrattazione a livello aziendale non è molto diffusa, il che ostacola la distribuzione efficace delle risorse e l'adeguamento delle retribu- zioni alle condizioni economiche.

La Commissione raccomanda al governo italia- no di attuare la riforma delle politiche attive, con particolare riguardo all'incremento dell'efficienza dei servizi per l'impiego; all'incentivazione del la- voro dei componenti delle famiglie che costituireb- bero la seconda fonte di reddito. Sul fronte delle spesa sociale viene raccomandato di adottare e at- tuare la strategia nazionale di lotta contro la pover- tà e rivedere e razionalizzare la spesa sociale.

La Commissione riconosce che il cd. "Jobs Act" (legge n. 183 del 2014) ha contribuito in maniera determinante a riformare le istituzioni del mercato del lavoro. Nondimeno, al fine di attivare le perso- ne più distanti dal mercato del lavoro (disoccupati di lunga durata e giovani) viene richiesto di attuare la riforma delle politiche attive.

aprile 2017: DEF

 

Il DEF non prevede interventi per il 2018 finalizzati a correggere al rialzo il deficit tendenziale: dopo una fase di politiche di bilancio dal marcato segno espansivo, il Documento prefigura una significativa riduzione dell'indebitamento netto.

In merito alle clausole di salvaguardia tuttora previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate

La previsione del rapporto debito/PIL formulata per il 2017 è pari al 132,5 per cento;

Il rapporto indebitamento netto/PIL è pari al 2,4 per cento, in linea con il valore indicato nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2016 e riconfermato nella Nota tecnico illustrativa alla Legge di Bilancio 2017-2019 (NTI 2017)

MEMO: DEF (aprile 2017), quadro programmatico
  2015 2016 2017 2018 2019 2020
Indebitamento netto -2,7 -2,4 -2,1 -1,2 -0,2 0,0
Saldo primario 1,5 1,5 1,7 2,5 3,5 3,8
Interessi 4,1 4,0 3,9 3,7 3,7 3,8
Indebitamento netto strutturale -0,5 -1,2 -1,5 -0,7 0,1 0,0
Variazione strutturale 0,2 -0,8 -0,4 1,1 0,5 -0,1
Debito pubblico (lordo sostegni) 132,1 132,6 132,5 131,0 128,2 125,7
Debito pubblico (netto sostegni) 128,5 129,1 129,1 127,7 125,0 122,6
PIL nominale tendenziale (val. assoluti x 1.000) 1.652,2 1.680,5 1.716,5 1.768,7 1.821,7 1.876,6
PIL nominale programmatico (val. assoluti x 1.000) 1.652,2 1.680,5 1.716,5 1.770,3 1.830,6 1.893,3

 

 

  

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